5 episodes

"Sono Beatrice e son Peregrina. Vi racconterò di Leonardo e di come ha cambiato la sua vita, grazie al vissuto di coloro che furono, ma che ancora raccontano." Beatrice vi condurrà attraverso le storie dal cimitero monumentale di Motta Antica.

beatriceperegrina.substack.com

Storie dal Cimitero Beatrice Peregrina

    • Fiction

"Sono Beatrice e son Peregrina. Vi racconterò di Leonardo e di come ha cambiato la sua vita, grazie al vissuto di coloro che furono, ma che ancora raccontano." Beatrice vi condurrà attraverso le storie dal cimitero monumentale di Motta Antica.

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    0.5 Il Cimitero Monumentale

    0.5 Il Cimitero Monumentale

    Leonardo vive a Motta Antica da più di due mesi. Si era trasferito nella casa che ereditò alla morte del padre e che fu di suo nonno. Era riuscito a convincere Barbara che la soluzione migliore per lei e i bambini, era quella di rimanere nella casa coniugale, mentre lui si sarebbe trasferito. All’inizio si era opposta fermamente a questa idea, un po’ per orgoglio e un po’ per rancore, ma alla fine, grazie all’aiuto di Michela, il loro avvocato, Barbara aveva capitolato ed accettato di ritornare nella casa di famiglia insieme ai figli.
    Così Leonardo si era traferito a Motta Antica, nella casa in cui passò la sua adolescenza. Nella casa in cui non avrebbe mai voluto tornare. Nella casa in cui i ricordi si affollano nonostante il suo tentativo di cancellarli.
    E’ la prima abitazione all’ingresso sud del paese e manifesta evidenti segni di vecchiaia. Essendo un piccolo cascinale disabitato da anni, ha solo una piccola porzione realmente abitabile, mentre il resto necessita di massivi interventi di ristrutturazione. E’ comunque servita da corrente elettrica e acqua potabile, con riscaldamento autonomo a gas metano e un caratteristico caminetto nella zona giorno.
    Prima di trasferirsi aveva contattato un’impresa di pulizie che aveva reso vivibile l’ambiente, mentre attualmente la gestione della casa è affidata ad una signora del paese, che Leonardo ha stimato sui quarantotto, cinquant’anni, ma che in realtà ha ricevuto, secondo lui, il dono dell’eterna giovinezza, perché sospetta che sia di almeno un decennio più vecchia. La realtà è che Leonardo non è mai stato in grado di capire l’età di una persona basandosi solo sull’aspetto fisico.
    Fausta gestisce la casa il lunedì, mercoledì e venerdì, senza un orario fisso. Si occupa di tutto tranne che del cibo. Leonardo ha sempre adorato cucinare e quindi non necessita di nessun supporto. Per il resto invece è come un lattante: totalmente dipendente da qualcuno.
    Dal giorno del suo arrivo non ha aggiunto un solo mobile: tutto l’arredamento è esattamente lo stesso di quando ci viveva con il padre. Si ripete continuamente che non ha voglia di pensare a questi dettagli, ma nel profondo sa che non ha il coraggio di modificare i ricordi che sono ancorati a quell’atmosfera.
    Non si aspetta visite, tranne quelle dei suoi figli nei giorni di affidamento concordati con Barbara, perciò ha trasformato il soggiorno nel suo studio. Motta è sì antica, ma è anche servita dalla fibra ottica. Perciò, se la prima cosa che fece pianificando il suo trasferimento fu quella di pensare alla pulizia della casa, la seconda fu commissionare l’installazione di una connessione Internet a banda larga. La più larga possibile.
    Il tavolo al centro del soggiorno può ospitare otto persone comodamente sedute, fino ad arrivare a dodici, se ci si stringe un po’. Ma al momento ospita due computer, un desktop ed un laptop, uno per ogni lato lungo del tavolo, e cinque monitor: tre per il fisso e due per il portatile. Una credenza degli anni cinquanta o sessanta, adorna la parete che separa il soggiorno dalla cucina. Lo stile ed il colore ricorda il mobilio delle baite di montagna. Contiene i servizi buoni che ha ereditato dal padre, ma l’anta in basso a destra nasconde i suoi distillati preferiti, tra i quali non può mancare lo Zacapa Centenario invecchiato 23 anni.
    Nello studio effettua tutte le sue ricerche e da quella postazione ha acquisito tutte le informazioni che la rete custodisce sul Cimitero Monumentale di Motta Antica.
    Il primo dato acquisito è il numero di sepolture ospitate dal camposanto, perché Leonardo dice sempre che: “Un uomo senza dati è solo un uomo con un’opinione!” e la scoperta di quell’informazione fu una rivelazione che lo ha sconvolto per ore. Sì, perché purtroppo gli archivi di Motta Antica non sono in grado di quantificare il numero esatto di ospiti nel proprio cimitero. Per Leonardo questa situazione è inaccettabile e ha già de

    • 13 min
    0.4 Stomaco e Fegato

    0.4 Stomaco e Fegato

    “Pronto… Ciao, sono io.”
    “Ciao Leo, lo so che sei tu, ho visto il nome sullo schermo.”
    “Volevo sapere come stai.”
    “E come vuoi che stia? I bambini continuano a piangere. I miei genitori non la smettono di farmi domande e cercano di convincermi a ritornare a casa. Per il resto tutto bene.”
    “Senti, perché non torni a casa così ne riparliamo con calma?”
    “Certo, così costringiamo i bambini ad assistere all’ennesimo litigio!”
    “Magari puoi lasciare i bambini dai tuoi, così ci prendiamo un attimo per noi. E poi, dopo aver chiarito, andiamo fuori a cena, così passiamo una bella serata insieme. Non è una bella idea?”
    “Sei incredibile! Per te è tutto facile: ‘lascia i bambini dai tuoi’, tanto, come al solito, per te loro non esistono!”
    “Ma perché devi dire così? Mi sto preoccupando per voi e sto cercando di sistemare le cose. Ti tendo la mano e tu me la mordi. Non potresti lasciar correre per una volta e cercare di essere costruttiva?”
    “Ah, io sarei quella non costruttiva! Io sarei quella che dovrebbe lasciar correre!? Ma lo sai quante volte ho lasciato correre? Quante volte ho mandato giù per quieto vivere? E adesso sarei io quella stronza! Guarda, sei una roba incredibile!”
    “Ma vedi come fai? Con te non si può parlare…”
    “…”
    “…”
    “Senti Leo, cosa vuoi?”
    “Mi sembra di essere stato chiaro: voglio che ritorni a casa.”
    “Ascolta… Io ho già sentito un avvocato. Le ho spiegato tutta la situazione. Mi ha fatto tutta una serie di domande per capire se ci fosse una possibilità di riconciliazione, ma io sono stata irremovibile. Se non mi avessi chiamato tu lo avrei fatto io. Perché l’avvocato mi ha detto che non possiamo fare la consensuale. Anche se io da te non voglio nulla, dobbiamo per forza fare tutta la trafila, perché ci sono di mezzo dei minori. Quindi mi ha detto di chiamarti, perché anche tu devi prenderti il tuo avvocato, così loro possono portare avanti tutta la pratica.”
    “…”
    “Pronto? …Leo? …Ci sei ancora?”
    “Sì, sì, ci sono…”
    “Hai capito quello che ti ho detto!?”
    “Sì, sì, ho capito.”
    “Perfetto. Allora, appena lo senti, mandami un WhatsApp con i suoi recapiti, così li giro a Michela, che lo sentirà per sistemare il tutto.”
    “…”
    “Hai capito!?”
    “Sì, ho capito.”
    “E allora dì qualcosa! Cristo, mi sembra di parlare con un interdetto.”
    “…”
    “Senti, io adesso devo andare. Chiama subito l’avvocato! Al massimo domani mattina. Perché non ho voglia di fare come al solito, che devo ricordarti cinquecento volte di fare le cose e poi non le fai comunque. Sta storia la voglio tagliare fuori alla svelta. Hai capito!?”
    “Capito.”
    “Ciao Leo. Ci sentiamo.”
    “Ciao Barbara.”
    Il leone non ruggiva più. Non aveva più la forza di lottare. Era la prima volta che si trovava in quello stato d’animo. Una sensazione che non riusciva a definire. Era come se il suo corpo avesse perso ogni legame: i muscoli erano sordi agli stimoli dei nervi; i tendini slegati dalle ossa; il sangue non irrorava i tessuti; il cervello svuotato dai pensieri. Solo lo stomaco sembrava attivo. Sentiva una sorta di calore espandersi nelle viscere, che pulsava dolorosamente con una frequenza costante.
    Rimase così per un paio di minuti con il cellulare in mano. Immobile. Incapace di muovere anche solo un dito. Leonardo rimase fermo, fissando il nulla.
    Il suo ritorno alla realtà fu improvviso, come se una voce dentro di lui lo stesse spronando. Respirò profondamente, cercando di aspirare quell'energia invisibile che lo stava spingendo a reagire. Ogni respiro sembrava più pesante del precedente, eppure, con ogni esalazione, aveva la sensazione di riacquistare lucidità.
    Poi, improvvisamente, sentì salire rapidamente un’ansia incontrollabile, una morsa che gli stringeva il petto con una forza inaspettata. La familiarità di quelle sensazioni non lo rassicurava; al contrario, gli ricordava quanto accaduto al

    • 11 min
    0.3 Un piede davanti all'altro

    0.3 Un piede davanti all'altro

    Leonardo non sa stare con le mani in mano. Gli ultimi anni della sua vita li ha trascorsi cercando di accelerare il più possibile, sempre sulla corsia di sorpasso, tentando di bruciare le tappe, raggiungendo traguardi uno dopo l'altro, ma incapace di gioire per le vittorie. Questo perché, non appena raggiungeva un traguardo, la sua mente si focalizzava immediatamente su quello successivo, non lasciandogli tempo per le frivolezze della vita.
    Barbara glielo ricordava spesso: "Non è importante l'arrivo, ma il viaggio." Leonardo non aveva mai compreso il significato profondo di questa frase, insegnatagli dalla sua ex moglie. Era convinto che fosse solo una di quelle frasi fatte che si trovano nei cioccolatini o nei biscotti della fortuna.
    "Hei, vecchio! Allora? Quando inizi?" esordisce Berny dopo alcuni minuti di osservazione. "VECCHIO! MI SENTI?" insiste, dopo che il primo tentativo di attirare l'attenzione dell'amico non ha avuto successo. Lo sguardo di Leonardo si ravviva, dopo diversi minuti di contemplazione del vuoto. "Dimmi Berny. Scusami, stavo riflettendo."
    "Per fortuna, altrimenti avrei pensato fosse un ictus!" scherza il barista, che conosce bene l'amico. Sa che quello sguardo in Leonardo significa che il suo cervello ha iniziato a processare e non si fermerà finché non avrà risolto ogni problema. Dettagli che nessun altro, a parte lui, avrebbe mai immaginato.
    Ma Leonardo è un matematico. Orgogliosamente laureato magistrale in Matematica e Statistica alla Scuola Normale Superiore di Pisa e dotato di una mente brillante e di una passione inestinguibile per i numeri. Chi lo conosce da tempo sa quanto tenga a sottolineare la sua affiliazione alla Normale, un orgoglio che non deriva solo dal prestigio accademico dell'istituto, ma anche dall'unicità dell'esperienza formativa che ha vissuto. Studiare alla Scuola Normale Superiore era un privilegio riservato a pochi, non solo per l'eccellenza accademica e la rigida selezione d'ingresso, ma anche per l'ambiente stimolante in cui si trovava.
    Per Leonardo, la Normale è molto più di un luogo di apprendimento; è una comunità di menti curiose e un crogiolo di idee innovative dove la tradizione della ricerca di eccellenza si intreccia con la libertà di esplorare nuovi orizzonti scientifici. Qui, è stato incoraggiato a sfidare i confini della conoscenza, a porre domande audaci e a perseguire soluzioni creative ai problemi più complessi. La Scuola gli ha offerto accesso a risorse ineguagliabili: da biblioteche ricche di volumi rari e preziosi a laboratori all'avanguardia, facilitando un'immersione totale nel mondo della matematica.
    Il vanto di Leonardo deriva anche dal senso di appartenenza ad una stirpe di illustri alunni e docenti che hanno lasciato un segno indelebile nella storia della scienza e della cultura, contribuendo a formare una rete di eccellenza riconosciuta a livello mondiale. La consapevolezza di camminare sui passi di giganti del pensiero gli ha sempre conferito non solo un senso di responsabilità, ma anche la motivazione per aspirare alla grandezza, trasformando quella che poteva essere dedizione al lavoro in un'ossessione. Patologia che lo ha condotto qui, oggi.
    Perché Leonardo è un Leone. Ascendente Acquario per la precisione. Essendo un matematico non crede assolutamente che lo studio della posizione dei pianeti possa prevedere il futuro delle persone, ma è abbastanza incuriosito dal fatto che numerosi individui, nonostante l’evidenza scientifica, siano convinti del contrario. Ha iniziato ad apprezzare la sua identità zodiacale il giorno in cui Barbara gli lesse il risultato di un test scovato all’interno di un settimanale femminile: “Il Leone con ascendente Acquario è un mix unico di carisma e originalità. Questa combinazione crea una personalità vivace e indipendente, che ama brillare e al tempo stesso rompere gli schemi. Con il cuore ardente del Leone e la mente innovativa dell'Acquario, queste persone sono leader naturali, dotati

    • 12 min
    1.2 Dal Sindaco

    1.2 Dal Sindaco

    Il giorno successivo ai riflessi notturni al Closer, Leonardo informa Berny che ha risposto all'annuncio inviando la mail al comune. Il barista sorride continuando ad asciugare i bicchieri della birra: pensa al fatto che in comune probabilmente non sanno neanche come si usa un computer e che l'annuncio era stato affisso solo sul tabellone del Closer e in alcuni altri punti del paese. Berny, con un mezzo sorriso, guarda l’amico con affetto. "Leonardo, qui a Motta Antica le cose funzionano un po' diversamente. La tecnologia non ha ancora preso il sopravvento su tutto. Dovresti passare direttamente dal comune o parlare con il sindaco. Lui gestisce personalmente queste cose, soprattutto per posizioni delicate come quella del custode notturno del cimitero."
    Leonardo, sorpreso da questa rivelazione, si rende conto di quanto sia stato assorbito dal suo mondo lavorativo, dimenticandosi che esistono realtà dove il contatto umano e le relazioni dirette sono ancora al primo posto. Riflettendo su quanto detto da Berny, decide di seguire il suo consiglio.
    Il giorno dopo, Leonardo si reca al comune di Motta Antica, un vecchio edificio con mura di pietra che sembra appartenere a un'altra epoca. Entrando, l'atmosfera tranquilla e il ticchettio dell'orologio a pendolo lo accolgono, insieme al sorriso della segretaria che, dopo aver ascoltato la sua richiesta, lo indirizza verso l'ufficio del sindaco.
    Il sindaco, un uomo di mezza età con gli occhiali sulla punta del naso e un'aria cordiale, lo riceve con calore. Ascolta con attenzione la storia di Leonardo, il suo recente passato, la sua decisione di candidarsi per il ruolo di custode notturno e il suo desiderio di iniziare un nuovo capitolo della sua vita. "È raro," commenta il sindaco, "vedere qualcuno con il tuo background desideroso di impegnarsi in un ruolo così... insolito per lui. Ma apprezzo la tua sincerità e la volontà di fare un cambiamento significativo."
    Dopo una breve discussione sulle responsabilità del ruolo e su ciò che comporta, il sindaco assicura a Leonardo che prenderà in seria considerazione la sua candidatura. "Abbiamo bisogno di persone come te," dice con un sorriso incoraggiante, "persone che comprendono il valore della nostra comunità e l'importanza di preservare il nostro patrimonio."
    Uscendo dall'ufficio del sindaco, Leonardo si sente stranamente leggero, come se avesse finalmente intrapreso il percorso giusto. Il pensiero che la sua candidatura venga valutata non solo per le sue qualifiche professionali ma anche per il suo desiderio di contribuire a una causa più grande, gli dà una nuova speranza.
    Il suo primo impulso è quello di tornare al Closer per raccontare a Berny dell'incontro. Leonardo pensa a quanto la sua vita sia cambiata in pochi mesi. Da manager di successo a potenziale custode notturno di un cimitero monumentale. La sua storia sembra l'incipit di una seconda vita, una vita dove il successo non è misurato solo in termini di carriera e guadagni, ma anche nell'impatto che si può avere sulla propria comunità e nell'equilibrio tra lavoro e la vita personale.
    Mentre cammina il sole inizia a calare, tingendo di oro le strade di Motta Antica. Il passo di Leonardo è più leggero, quasi come se stesse già iniziando a lasciarsi alle spalle il peso delle precedenti preoccupazioni e incertezze.
    Arrivato al Closer, trova Berny dietro al bancone, intento a preparare il locale per i primi clienti della serata. "E allora?" chiede Berny con un sorriso. La curiosità e il sostegno dell'amico sono palpabili, un faro di conforto nella tempesta che è stata la vita di Leonardo negli ultimi tempi.
    Leonardo racconta di aver seguito il consiglio di Berny, di come si sia recato al comune e abbia parlato direttamente con il sindaco. Descrive l'ufficio del sindaco, l'accoglienza calda e comprensiva che ha ricevuto, e come si sia sentito ascoltato e considerato per la prima volta da molto tempo.
    Berny annuisce, evidentemente soddisfatto. "Vedi? A volte bast

    • 8 min
    1.1 Prologo

    1.1 Prologo

    Nella penombra confortante del Closer, Leonardo si ritrova a contemplare la sua vita attuale, con il cuore appesantito dai ricordi e dall'assenza della sua famiglia. È una serata particolare, segnata dal dolore silenzioso dei sei mesi trascorsi dalla separazione, ma anche dall'atmosfera unica del suo rifugio serale, che in qualche modo riesce a offrirgli un senso di appartenenza e conforto.
    Davanti a lui, sul tavolo, c'è un Groove Burger, un capolavoro culinario che rappresenta la quintessenza dell'offerta gastronomica del Closer. Questo hamburger non è un semplice pasto: è un'esperienza. La carne, scelta con cura e cucinata alla perfezione, si fonde armoniosamente con ingredienti freschi e una salsa di Carolina Reaper fatta in casa da Bernardo, detto Berny e titolare del pub, che aggiunge un'intensità di sapore tanto audace quanto la musica punk rock che riempie l'ambiente. Leonardo affonda i denti nel panino, lasciando che il mix di sapori lo distragga, per un momento, dalle sue riflessioni.
    Accanto al suo piatto, una IPA media artigianale fa da compagna all’hamburger. La birra, con il suo equilibrio perfetto di amarezza e note aromatiche, è stata selezionata da Berny per accompagnare il pasto. Ogni sorso sembra rinfrescare i pensieri di Leonardo, offrendogli una pausa dal peso delle sue emozioni.
    Mentre "Atrocity Exhibition" dei Joy Division suona in sottofondo creando un'atmosfera quasi surreale, Berny si avvicina al tavolo di Leonardo. Notando la malinconia nei suoi occhi, decide di rompere il silenzio condividendo un momento di genuina umanità.
    "Come va, vecchio?" chiede Berny, appoggiandosi con disinvoltura al tavolo. La sua voce, calda e familiare, sembra spezzare il velo di solitudine che avvolge Leonardo.
    Leonardo solleva lo sguardo, sorpreso ma allo stesso tempo confortato dalla presenza di Berny. "Sai come va," risponde con un mezzo sorriso, "navigo a vista in questi giorni."
    Berny annuisce con comprensione, poi decide di sedersi di fronte a Leonardo, portando con sé due bicchieri e una bottiglia di rum Zacapa Centenario 23, un gesto che parla di amicizia oltre che di consolazione. "Certe volte," inizia Berny, versando il rum con gesto esperto, "la soluzione non è cercare di cambiare il corso delle cose, ma imparare a navigarle con maggiore consapevolezza. E a volte, un buon amico e un buon rum possono fare la differenza."
    Mentre sorseggiano il rum, l'aroma ricco e complesso del distillato sembra avvolgere i due amici, offrendo un momento di pausa dal mondo esterno. Berny, con la sua consueta saggezza, condivide riflessioni sulla vita, sull'importanza delle piccole gioie e su come affrontare i momenti difficili con resilienza.
    Al termine del discorso, Berny sembra ricordarsi di qualcosa di importante. "A proposito, vecchio," dice, posando il bicchiere, "ho sentito che al cimitero monumentale stanno cercando un guardiano notturno. Ultimamente, purtroppo, ci sono stati diversi atti vandalici. Potrebbe essere un'opportunità, se ti interessa."
    La proposta di Berny coglie Leonardo di sorpresa. L'idea di lavorare come guardiano notturno in un luogo così carico di significati e memorie potrebbe sembrare inusuale, ma allo stesso tempo gli offre la prospettiva di un cambiamento, forse persino di un nuovo inizio. Riflettendo sulle parole del suo amico, Leonardo inizia a considerare l'opportunità non solo come un lavoro, ma come un passo verso la riscoperta di sé.
    Sei mesi prima dei riflessi notturni al Closer, la vita di Leonardo era un vortice di successo professionale e di turbolenza personale. Manager di una multinazionale nel settore hi-tech, era l'incarnazione del successo lavorativo: decisioni rapide, affari internazionali, guadagni che sfioravano l'astronomico. La sua agenda era un fitto susseguirsi di riunioni, viaggi d'affari e conferenze, tanto che le giornate sembravano scorrere in un soffio, lasciando poco spazio a tutto ciò che non fosse lavoro.
    A casa Barbara, sua moglie, cercava di mantenere

    • 9 min

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